Verbale dell'assemblea (ripartizione di spesa in quote uguali - con maggiorazione)

Il D.L. 19/2020 contenente misure per contenere e contrastare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus Covid-19 aveva stabilito, tra l'altro, il divieto delle riunioni o degli assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Tale limitazione è stata confermata anche nel D.P.C.M. 26 aprile 2020 (in G.U . 108 del 27 aprile) relativo la cosiddetta Fase 2 (operativo dal 4 maggio al 17 maggio). La normativa anti-contagio, quindi, ha "congelato" la possibilità di convocare le assemblee in luogo fisico, accendendo il dibattito (non sopito) sulla possibilità o meno di ricorre all'assemblea in streaming. Recentemente, però, il D.L. 33 del 16 maggio 2020 ammette nuovamente le riunioni in luogo fisico, anche se costringe l'amministratore a complesse e costose scelte per l'individuazione del locale idoneo.

L'art. 1119 cod. civ. sull'indivisibiltà delle parti comuni è stato modificato dalla legge di riforma del condominio 220/2012 e la Corte di Cassazione, con la sent. n. 26041 del 15 ottobre 2019, ha fornito l'interpretazione della nuova disposizione.

Quando nel condominio devono essere realizzati importanti interventi edilizi, tanto per il profilo economico quanto per la loro complessità esecutiva, l'appalto deve essere affidato ad un'impresa che abbia tutte le carte in regola per poter assumere l'incarico. La scelta dell'impresa è una prerogativa dell'assemblea del condominio il quale, attraverso il proprio amministratore che firmerà il contratto di appalto, è il committente in senso sostanziale. Il direttore dei lavori è la figura tecnica che opera nell'interesse del committente e che, nel caso di violazione degli obblighi assunti, può essere ritenuto direttamente responsabile per eventuali danni causati a persone (anche terzi) o cose.

La Sez. III civ. della Suprema Corte chiarisce che, in tema di danni causati a terzi da cose in custodia ai sensi dell'art. 2051 cod. civ., originati da un immobile condotto in locazione, sussiste la responsabilità del proprietario ove detti danni siano derivati da vizio strutturale del bene, che investa le mura o gli impianti ivi conglobati, dovendosi presumere che il conduttore sia stato immesso in queste condizioni nella disponibilità della res locata, mentre, al contrario, la riconducibilità del menzionato vizio alle anomale iniziative dello stesso conduttore può assumere rilievo qualora essa sia dimostrata dal proprietario ai fini della rivalsa o quale caso fortuito, idoneo ad esonerare il locatore da responsabilità, ma solo nei limiti, tipici del "fatto del terzo" ex art. 2051 cod. civ., in cui tale riconducibilità, rivelandosi come autonoma, eccezionale, imprevedibile ed inevitabile, risulti dotata di efficacia causale esclusiva nella produzione dell'evento lesivo.

Per la valutazione di un bene occorrono criteri di stima oggettivi, è quanto sancito dalla Suprema Corte in una recente sentenza. Un tema, quello delle valutazioni degli immobili, tanto attuale quanto controverso che vede per le stime chi, da una parte, ancora si affida all'expertise immobiliare prettamente di derivazione dall'estimo della tradizione italiana (di per sé non dimostrabile univocamente né verificabile) e chi dall'altra, invece, applica gli standard valutativi, condivisi a livello internazionale, le cui metodiche intelligibili e replicabili si fondono su approcci scientifici. Un utile confronto tra dottrina classica e best practice per fissare criteri di stima oggettivi.

Come stimare un bene in regime di esproprio

Non può accedere alla detrazione del 50%, calcolata sul 25% del prezzo di un immobile ristrutturato, il contribuente che acquisti da una società di gestione del risparmio. Invece, il consenso del proprietario all'esecuzione dei lavori di ristrutturazione sull'immobile detenuto in locazione non pregiudica la detrazione se perviene dopo la conclusione dei lavori. Sono questi alcuni dei chiarimenti recentemente forniti dai tecnici del Fisco.

L'Agenzia delle entrate, con ris. n. 29/E/2020, ha confermato che per i versamenti della nuova IMU, da effettuare tramite i mod. F24 ed F24 enti pubblici, valgono i medesimi codici già utilizzati per la vecchia IMU. Tuttavia, per esigenze di monitoraggio, l'IMU relativa ai fabbricati costruiti e destinati dall'impresa costruttrice alla vendita ha ora un suo autonomo e distinto codice.

Per le prestazioni di alloggio, quali definite dalla legislazione degli Stati membri, effettuate nel settore alberghiero o in settori aventi funzioni analoghe, l'art. 135, par. 2, comma 1, lett. a), della direttiva n. 2006/112/CE prevede l'applicazione del trattamento di imponibilità.

Pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale 124 del 15 maggio, e già in vigore, le Linee guida per l'individuazione, dal punto di vista strutturale, degli interventi di cui all'art. 94 -bis , comma 1, del T.U. edilizia, nonché delle varianti di carattere non sostanziale per le quali non occorre il preavviso di cui all'art. 93, approvate con D.M. infrastrutture e trasporti 30 aprile 2020.

Le maggiori chance, per la verità dall'esito nient'affatto scontato, di un graduale recupero del settore dell'edilizia passano soprattutto dal mercato privato. Per quello pubblico, invece, lo spazio per valutare il bicchiere mezzo pieno è molto più risicato, per via delle conseguenze della pandemia da coronavirus e del relativo lockdown produttivo, ma anche a causa di alcuni dei nodi irrisolti che da troppo tempo paralizzano il comparto.